Allarme micotossine in aumento a causa dei cambiamenti climatici

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I cambiamenti climatici, in particolare il riscaldamento globale hanno iniziato e continueranno a portare con sé potenziali rischi per la salute alimentare. Uno di questi rischi è rappresentato dal proliferare delle micotossine, composti chimici, alcuni dei quali estremamente velenosi, prodotti da diversi tipi di funghi, che in certe condizioni ambientali particolarmente favorevoli, come i cambiamenti di temperatura, umidità, precipitazioni e produzione di anidride carbonica dovute al climate change, proliferano producendo massicce dosi di queste micotossine.
Una volta prodotte le micotossine possono entrare nella filiera alimentare attraverso colture contaminate destinate alla produzione di alimenti e mangimi, principalmente di cereali.
Per prevenire questo potenziale problema il mese scorso una delegazione dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha incontrato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin in occasione di una conferenza internazionale da titolo “L’onere delle micotossine sulla salute umana e animale” organizzata congiuntamente dal Ministero della Salute e dall’Istituto nazionale di sanità (ISS). Obiettivo: contribuire a ridurre l’esposizione di uomo e animali ai rischi che queste tossine rappresentano.

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Se vuoi vivere più a lungo ecco come devi mangiare

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Anche i piccoli cambiamenti nelle proprie abitudini alimentari fanno la differenza sull’avere una vita più o meno lunga. Non sono necessarie scelte radicali: basta solo consumare un po’ meno carne, più verdure e cereali integrali per veder diminuire sensibilmente il rischio di mortalità, in particolare per malattie cardiovascolari. A fare la differenza però è la costanza: non serve stravolgere le proprie abitudini, diventare necessariamente guru del veg per vivere più a lungo: l’importante è adottare qualche escamotage alimentare per tutta la vita, anche a partire da un’età non più giovanissima.

Ad affermarlo è una ricerca pubblicata i giorni scorsi sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine, che ha esaminato le abitudini alimentari di 74 mila americani, valutando l’associazione fra l’essere passati a una dieta sana ed equilibrata per un periodo di 12 anni dal 1986 al 1998 – lo studio prende in esame tre diete, fra cui la dieta mediterranea – e i tassi di mortalità complessiva nel 12 anni successivi, dal 1998 al 2010. Quello che è emerso è che il gruppo composto da chi aveva modificato anche di poco la propria dieta, aveva un rischio di morte precoce sensibilmente più basso rispetto a chi aveva continuato con una dieta non sana. Ma non solo: lo studio ha anche mostrato il contrario e cioè che peggiorare le proprie abitudini alimentari aumentava il rischio di mortalità.

“Il messaggio di questo studio è molto positivo perché conferma che mangiare meglio ti fa davvero vivere più a lungo e soprattutto che chiunque anche con piccoli gesti e a qualsiasi età può iniziare a godere di questi benefici” spiega a l’Espresso Alice Cancellato, nutrizionista presso il reparto di ginecologia oncologica e per il centro scienze natalità dell’Ospedale San Raffaele di Milano.

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