Discriminazione e salute mentale delle persone LGBTQ+: ancora nessun dato 

La rivista medica The Lancet ha pubblicato un ampio lavoro di analisi della letteratura sulla salute mentale delle persone LGBTQ+, e in particolare sull’impatto che lo stigma sociale ha sul loro benessere percepito. Risultato: gli articoli rintracciati sono stati 98 e hanno evidenziato che la discriminazione sociale incide sulla salute mentale di queste persone. Le condizioni a livello sociale, le norme culturali e le politiche istituzionali che limitano le opportunità, le risorse e il benessere – contribuiscono al carico sanitario tra gli individui LGBTQ+. 57 di questi 98 articoli collegavano misure oggettive (cioè non auto-riferite) dello stigma strutturale a quelle mentali, 27 a uso di sostanze, 20 a HIV/AIDS o altre infezioni sessualmente trasmissibili e 20 rilevavano impatti sulla salute fisica complessiva.

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Antibiotico resistenza: cosa sta migliorando e cosa sta peggiorando. I nuovi dati ECDC 

Un documento pubblicato in questi giorni dall’ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie dell’Unione Europea, evidenzia progressi nella riduzione della resistenza antimicrobica (AMR) nell’Escherichia coli da animali destinati alla produzione alimentare in diversi Stati membri dell’UE. La resistenza combinata agli antimicrobici di fondamentale importanza per la medicina umana rimane molto bassa, ad eccezione di alcuni tipi di Salmonella e Campylobacter coli in alcuni paesi. Inoltre, si è verificato un aumento della percentuale di isolati di Escherichia coli provenienti da animali destinati alla produzione alimentare che mostrano “completa suscettibilità” o “resistenza zero” ai principali antimicrobici. Si tratta di un monitoraggio della resistenza antimicrobica nel biennio 2021-2022 in Salmonella spp., Campylobacter jejuni ed E. coli negli esseri umani e animali da produzione alimentare.

Ci basta questo per essere pienamente ottimisti? No.

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Approvata negli Stati Uniti la prima terapia con linfociti T per i tumori solidi

Un risultato significativo: è stata approvata negli Stati Uniti la prima terapia con linfociti T per i tumori solidi.

Finora i risultati validi dell’immunoterapia (di questo ambito stiamo parlando) avevano riguardato solo i tumori del sangue, mentre qui parliamo di tumori non del sangue, solidi appunto.

Qui trovate una chiacchierata con Vincenzo Bronte, direttore dell’Istituto oncologico veneto (IOV) di Padova, uno dei ricercatori che negli anni novanta ha avuto la possibilità di lavorare con Nicholas Restifo nel gruppo di Steven Rosenberg a Bethesda che oggi ha prodotto questo risultato.

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mio) La grande domanda: perché gli ospedali continuano a dare prosciutto e formaggio ai degenti contro qualsiasi evidenza scientifica?

Siamo in un momento interessantissimo in cui per la prima volta l’umanità sta riflettendo potentemente su come si alimenta, ma purtroppo ci sono ancora due luoghi dove questo scarsamente accade, ed è paradossale: le facoltà di medicina e gli ospedali” ci racconta Silvia Goggi, medica e nutrizionista che da anni studia i presupposti scientifici della dieta vegana e propone regimi personalizzati ai propri pazienti.

Sesta puntata della nostra inchiesta sull’alimentazione vegetale.

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