Antibiotico resistenza: cosa sta migliorando e cosa sta peggiorando. I nuovi dati ECDC 

Un documento pubblicato in questi giorni dall’ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie dell’Unione Europea, evidenzia progressi nella riduzione della resistenza antimicrobica (AMR) nell’Escherichia coli da animali destinati alla produzione alimentare in diversi Stati membri dell’UE. La resistenza combinata agli antimicrobici di fondamentale importanza per la medicina umana rimane molto bassa, ad eccezione di alcuni tipi di Salmonella e Campylobacter coli in alcuni paesi. Inoltre, si è verificato un aumento della percentuale di isolati di Escherichia coli provenienti da animali destinati alla produzione alimentare che mostrano “completa suscettibilità” o “resistenza zero” ai principali antimicrobici. Si tratta di un monitoraggio della resistenza antimicrobica nel biennio 2021-2022 in Salmonella spp., Campylobacter jejuni ed E. coli negli esseri umani e animali da produzione alimentare.

Ci basta questo per essere pienamente ottimisti? No.

Continua su Il Sole 24 Ore

mio) La grande domanda: perché gli ospedali continuano a dare prosciutto e formaggio ai degenti contro qualsiasi evidenza scientifica?

Siamo in un momento interessantissimo in cui per la prima volta l’umanità sta riflettendo potentemente su come si alimenta, ma purtroppo ci sono ancora due luoghi dove questo scarsamente accade, ed è paradossale: le facoltà di medicina e gli ospedali” ci racconta Silvia Goggi, medica e nutrizionista che da anni studia i presupposti scientifici della dieta vegana e propone regimi personalizzati ai propri pazienti.

Sesta puntata della nostra inchiesta sull’alimentazione vegetale.

Continua su Il Sole 24 Ore

Svezzamento e linee guida per una dieta a base vegetale 

Ciò che emerge dalla letteratura scientifica  è che seguire una dieta vegetariana e vegana in modo sano senza che manchi alcun apporto nutritivo è possibile, a patto che si tratti di una dieta ben costruita. I casi di malnutrizione e denutrizione documentati non sono dovuti all’assenza di prodotti di origine animale alla dieta, ma al non aver calibrato di conseguenza la propria dieta a base vegetale per garantire l’apporto di proteine, vitamine, grassi insaturi, calcio, necessari. È il fai da te il problema, come lo è anche nella dieta onnivora, seppur per altri aspetti.
Non a caso esistono esempi di ospedali che hanno iniziato a introdurre regimi alimentari di questo tipo per i propri degenti.

Continua su Il Sole 24 Ore