Il rischio di cancro è associato tanto alle malattie croniche, quanto allo stile di vita

Reblogged from Oggiscienza

SALUTE – Già altri studi avevano messo in luce che alcune malattie croniche come il diabete o le patologie renali possono predisporre allo sviluppo del cancro, generalmente valutando la singola cronicità. Non ci sono però molti dati finora su come la combinazione di malattie croniche e di stili di vita non sani possa portare o meno allo sviluppo di tumori o  aumentare la mortalità nei pazienti.
Un nuovo studio, pubblicato su BMJ e condotto da un nutrito gruppo di ricercatori americani e taiwanesi ha evidenziato che le malattie croniche contribuiscono a oltre un quinto dei tumori e a più di un terzo delle morti per cancro, percentuali analoghe al contributo combinato dei cinque noti fattori di rischio nello stile di vita (fumo, consumo di alcol, scarsa attività fisica, obesità e basso consumo di frutta e verdura nella dieta).
Si tratta di uno studio osservazionale che ha coinvolto 405.878 partecipanti, per i quali sono stati misurati per un periodo di circa otto anni otto marcatori: pressione arteriosa, colesterolo totale e frequenza cardiaca, diabete, marcatori della malattia renale cronica (proteinuria e velocità di filtrazione glomerulare), malattia polmonare e marcatore dell’artrite gottosa (acido urico).

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La differenza di genere è anche una questione di cuore

Reblogged from Bollettino Ordine Medici di Milano (p. 26 e segg)

La medicina di genere è nata verso la ne degli anni Ottanta da una presa di coscienza: la necessità di percorsi differenziati (per esempio nelle terapie o nel dosaggio dei farmaci) che tenessero conto delle differenze, tutt’altro che secondarie ma ignorate dalla medicina del secolo scorso, fra il corpo maschile e quello femminile. Peraltro, ancora oggi, sebbene vi siano farmaci per intere aree terapeutiche in cui la popolazione prevalente è femminile, è molto basso il coinvolgimento delle donne negli studi clinici che verificano efficacia, sicurezza e dosaggio di questi farmaci.

“I due aspetti principali che differenziano il corpo maschile da quello femminile sono il metabolismo e il sistema immunitario” spiega Adriana Maggi, docente di Farmacologia presso l’Università Statale di Milano. “Nell’evoluzione uomini e donne hanno giocato ruoli diversi, e la maternità e l’allattamento hanno richiesto strategie metaboliche diverse al corpo femminile, cioè una diversa gestione delle risorse energetiche e del cibo. Inoltre, che uomini e donne siano anatomicamente diversi è evidente e noto a tutti, che lo siano anche biologicamente un po’ meno. molto si è scoperto e molto altro si sta capendo, anche di organi o apparati, come quello cardiovascolare, la cui funzionalità sembrava poco in uenzata dalla variabilità di genere il corpo femminile, sempre in ragione della sua predisposizione alla maternità, ha un sistema immunitario che si è per così dire adattato ad accogliere il figlio, che è qualcosa di estraneo per il corpo”. Questi elementi importanti non sono stati al centro dello sviluppo della medicina del XX secolo. La mancata definizione di dosaggi in base al genere può almeno in parte spiegare quel 50% di effetti collaterali in più che si manifesta nelle donne. Inoltre, non si adottano strategie differenziate rispetto al sesso per la prevenzione e la cura di malattie metaboliche o autoimmuni, come il diabete, il lupus eritematoso sistemico e la tiroidite di Hashimoto.

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Influenza, mai picchi di incidenza così alti da 20 anni

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La stagione influenzale 2017-18 ha visto picchi di virulenza fra i più elevati degli ultimi vent’anni. Stando a quanto riporta l’ultimo rapporto Epidemiologico InfluNet dell’Istituto Superiore di Sanità https://www.iss.it/site/RMI/influnet/pagine/rapportoInflunet.aspx , nella seconda settimana del 2018 abbiamo assistito a un picco di incidenza considerato “molto alto”, più elevato anche di quello osservato nelle stagioni 2004-05 e 2009-10. Per la prima volta dal 2009/2010, tutte le regioni, escluso il Molise, riportano la presenza di casi gravi confermati di influenza che hanno necessitato di terapia intensiva, concentrati prevalentemente durante le vacanze di Natale. In sole due settimane si sono registrati 41 morti e ben 187 casi gravi.

Da settembre 2017 a oggi sono state 472 le persone ricoverate in terapia intensiva a causa dell’influenza, e 78 di loro sono morte. Solo nell’ultima settimana di gennaio sono stati segnalati 19 casi gravi e 1 decesso, anche se – riporta il portale Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità – i dati sono in continuo aggiornamento.

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Allarme micotossine in aumento a causa dei cambiamenti climatici

Reblogged from Rivista Micron

I cambiamenti climatici, in particolare il riscaldamento globale hanno iniziato e continueranno a portare con sé potenziali rischi per la salute alimentare. Uno di questi rischi è rappresentato dal proliferare delle micotossine, composti chimici, alcuni dei quali estremamente velenosi, prodotti da diversi tipi di funghi, che in certe condizioni ambientali particolarmente favorevoli, come i cambiamenti di temperatura, umidità, precipitazioni e produzione di anidride carbonica dovute al climate change, proliferano producendo massicce dosi di queste micotossine.
Una volta prodotte le micotossine possono entrare nella filiera alimentare attraverso colture contaminate destinate alla produzione di alimenti e mangimi, principalmente di cereali.
Per prevenire questo potenziale problema il mese scorso una delegazione dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha incontrato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin in occasione di una conferenza internazionale da titolo “L’onere delle micotossine sulla salute umana e animale” organizzata congiuntamente dal Ministero della Salute e dall’Istituto nazionale di sanità (ISS). Obiettivo: contribuire a ridurre l’esposizione di uomo e animali ai rischi che queste tossine rappresentano.

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