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Il 20% del territorio nazionale è a pericolo frane, l’8% a rischio elevato, e il 25% è a rischio alluvione, il 4% con pericolosità elevata, con un tempo di ritorno cioè fra i 20 e i 50 anni. Solo 12 comuni su 100 in Italia sono esenti completamente sia da rischio frane che alluvioni e per contro in 7 regioni su 20 l’intero territorio regionale è interessato da dissesto idrogeologico. Se parliamo in termini di popolazione potenzialmente coinvolta, il 2,1 degli italiani convive, magari inconsapevolmente, con il rischio elevato di frane e il 3,2% con il rischio di alluvioni. A rischiare grosso sono anche i beni culturali del nostro Paese, il 18% dei quali è oggi a rischio frane e il 6,6% a rischio alluvione.
Questi i dati poco confortanti resi noti da ISPRA, che ha pubblicato in questi giorni il suo rapporto 2015 “Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio”.
Un rapporto basato sulle mosaicature effettuate da ISPRA delle aree a pericolosità da frana dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) e delle aree a pericolosità idraulica perimetrate dalle Autorità di Bacino, Regioni e Province Autonome, e sui dati geospaziali relativi a popolazione, imprese, beni culturali e superfici artificiali.