Che ci siano stati in queste prime settimane di vaccinazione dei “furbetti del vaccino”, come sono stati definiti, cioè persone a cui è stato somministrato il vaccino ma che non appartengono alle categorie a rischio indicate dal ministero, è un fatto. Sono molte le storie di tentativi riusciti di farsi vaccinare “da esterni”, da nord a sud, e la cosa è gravissima. Se c’è un piano per proteggere i più fragili, in una prima fase, con poche dosi, va rispettato, anche perché non sappiamo ancora se il vaccino protegge solo noi dallo sviluppare la malattia, oppure evita le infezioni fra persone.
Altra cosa però è stimare le esatte dimensioni del fenomeno.
Da più parti si propone la stima che queste persone “fuori lista” siano nell’ordine di 100 mila. Il calcolo emerge sommando i dati sul numero di vaccinati indicati nelle tabelle del Ministero (e quindi conteggiati dalle regioni) che non rientrano né fra gli ospiti delle RSA né fra il personale sanitario o socio-sanitario, né fra gli over 80. Notiamo anzitutto una grande variabilità fra regioni circa il “peso” di questi “non sanitari” sul totale dei vaccinati.
Emergono però alcune questioni da chiarire: