Negli stessi giorni in cui in Europa iniziavamo a vaccinare, arrivavano le prime notizie su alcune varianti – principalmente quella inglese e quella sudafricana, e da pochi giorni quella giapponese – particolarmente inquietanti per capacità di diffusione. Stando all’ultimo bollettino settimanale dell’Oms, al 5 gennaio 2021, la variante VOC-202012/01 inizialmente rilevata nel Regno Unito (denominata B.1.1.7 ) è stata rilevata in un piccolo numero di casi in altri 40 paesi in cinque delle sei regioni dell’Oms.
A settembre 2020, questa variante rappresentava solo una su quattro nuove diagnosi di Covid-19, mentre a metà dicembre questa era aumentata a quasi due terzi dei nuovi casi a Londra. In un documento diffuso in questi giorni dal Governo britannico, dal titolo Investigation of novel SARS-CoV-2 variant Variant of Concern 202012/01 emerge fra le altre cose che se prima un positivo trasmetteva il virus a circa il 10% dei contatti, con la nuova variante lo trasmette a circa il 15%:ciò significa un aumento di contagiosità del 50 per cento.