«Argentina Marchei è una popolana romana, trasteverina, di circa ottant’anni, quando la legge Fortuna viene approvata dal Parlamento, nella notte fra il 30 novembre e il 1 dicembre 1970. Più di cinquant’anni prima, dopo pochi mesi di matrimonio, il marito se ne era andato, e non l’aveva più rivisto. Si era ricreata ben presto una famiglia, era ormai più volte nonna ma tutto “fuori-legge”. Il suo compagno era ormai malato volevano sposarsi prima di andarsene, di separarsi definitivamente. Con le sue gambe piagate dalle vene varicose, inalberando la sua tessera comunista del 1922, Argentina Marchei dal ’65 al ’70, e poi fino al ’74, fu di tutte le manifestazioni, le marce, i digiuni.»
La prosa d’altri tempi è quella di Marco Pannella in un articolo dal titolo“Così persero i don Rodrigo e gli Innominati” . Siamo nel 1986, a 15 anni dalla legge 352 approvata proprio nella notte fra il 30 novembre e il 1 dicembre di cinquant’anni fa, la legge Fortuna-Baslini, che nel 1974 con il noto referendum abrogativo si cercò di cancellare, inutilmente.
A distanza di 50 anni fino al 2018 abbiamo avuto in Italia