L’approccio immunoterapico non riguarda solo i tumori. Alcune malattie autoimmuni come il diabete, l’encefalite autoimmune – che rappresenta l’equivalente murino della sclerosi multiplaumana – e alcune malattie autoimmuni cutanee sono ottime candidate per questo tipo di trattamento. Sebbene al momento non ci siano ancora studi in corso sugli esseri umani, i risultati di diversi trial condotti su modelli animali rendono gli scienziati ottimisti per i prossimi anni.
In aprile la prestigiosa rivista Nature ha pubblicato un editoriale che titolava in maniera chiara “Le malattie autoimmuni beneficeranno di terapie basate sui successi delle immunoterapie tumorali”. A che punto siamo? Ne abbiamo parlato con Vincenzo Russo, Responsabile dell’Unità di Immuno-Bioterapia del Melanoma e dei Tumori Solidi dell’Ospedale San Raffaele di Milano.
Anzitutto Professore, che cos’è l’immunoterapia?
L’immunoterapia è un approccio nato per la prevenzione e il trattamento di malattie infettive ed attualmente impiegato con successo in oncologia. L’immunoterapia in oncologia consta di due approcci. Il primo si basa sui cosiddetti Inibitori dei Checkpoints. I checkpoints si trovano sulla superficie di alcune cellule del nostro sistema immunitario, i linfociti T, e inibiscono la risposta immunitaria quando si legano a specifici recettori espressi dalle cellule tumorali.