Reblogged from Oggiscienza
RICERCA – Un database dell’Università di Oxford che raccoglie i dati di oltre 300 mila donne operate di tumore mammario negli ultimi decenni, ha mostrato che il 10% di queste donne, nonostante la guarigione dal cancro in termini clinici, rimane a rischio di metastasi tardive per tutta la vita. In alcuni casi la metastasi si attiva anche a distanza di 30 anni dalla guarigione.
Capire quali pazienti sono a rischio recidiva a lungo termine è dunque una sfida importante in oncologia. Un tema che ha occupato recentemente le pagine di Nature. Un articolo a firma di un gruppo di ricercatori italiani dell’Istituto Italiano di Oncologia (IEO) di Milano, coordinato da Giuseppe Curigliano, ha commentato per la prima volta questi dati, affrontando il tema del “letargo e risveglio delle cellule tumorali”. Il gruppo ha aperto un progetto per studiare i meccanismi che fanno sì che in alcune pazienti un gruppo di cellule tumorali sopravviva ai trattamenti annidandosi in una nicchia, dove rimangono dormienti per decenni, per poi improvvisamente risvegliarsi e scatenare la metastasi.
“Abbiamo osservato che questi casi di recidiva tardiva riguardano donne trattate per cancro al seno ormono-responsivo, cioè tumori sensibili alle terapie ormonali. Si tratta ora di procedere con l’analisi delle biopsie sulla sede di metastasi per capire che cosa differenzia queste pazienti da quelle che non sviluppano metastasi tardive” spiega a Oggiscienza Giuseppe Curigliano. “La nostra conoscenza della biologia delle cellule residue dormienti dopo terapia adiuvante tuttavia è ancora assai limitata e la strategia vincente è pensare il contesto in termini multidimensionali.”