«Non è un mestiere per scrittori. Vivere e fare libri in America» di Giulio D’Antona

Mentre leggevo questo libro – che è un dipinto amaro ma divertito dell’editoria contemporanea (non ho ancora capito se più amaro o più divertito..) mi sembrava di essere insieme allo scrittore fittizio Marcus Goldman (il protagonista de “La verità sul caso Harry Quebert”, romanzo eccezionale) mentre beve il suo caffè mattutino nel patio della sua casa di fronte all’Oceano, nel New Hampshire, e pensa alle complesse dinamiche dell’editoria americana.

Non è un mestiere per scrittori. Vivere e fare libri in America” di Giulio D’Antona (Minimum Fax) è un testo che si legge molto volentieri, specialmente per le note, che sono delle vere chicche.

Il mondo dell’editoria oggi è una bestia ammaliante e feroce, ma lucidissima, e questo libro te lo fa capire molto chiaramente, facendo i nomi e i cognomi, raccontando le storie degli scrittori (di libri, di racconti, di sceneggiature, di tv..) di ieri ma soprattutto di oggi. Non ci si annoia per nulla, non c’è retorica e neanche quella sorta di coaching che dà pure fastidio.. sono solo storie (vere) e intanto il quadro prende colore.

È bene avere coscienza di come funziona quest’industria.

 

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