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Da tempo è nota la relazione fra l’assenza di BRCA1 e BRCA2, due geni oncosoppressori, e la predisposizione a sviluppare certi tipi di cancro: alla mammella, all’ovaio e alla prostata. In presenza di una mutazione dei geni BRCA1 o BRCA2 infatti, si assiste a una disfunzione del normale ciclo cellulare, che può dare origine a cellule figlie con mutazioni a livello di DNA, cioè predisporre alla formazione di neoplasie.
Non era finora noto però il perché di questo fenomeno. Oggi una ricerca condotta dal team di Vincenzo Costanzo dell’IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) di Milano e pubblicata su Molecular Cell, ha chiarito il ruolo di BRCA1 e 2 nella protezione della doppia elica di DNA, impedendone la degradazione per opera di enzimi, in particolare da parte di un enzima noto come Mre11. Il DNA appena sintetizzato nelle cellule umane è sottoposto infatti a una continua degradazione da parte di Mre11, anche se le ragioni di questo fenomeno rimangono ancora poco conosciute.
La ricerca è stata sostenuta da finanziamenti di AIRC, ERC e Fondazione Armenise-Harvard.
Quello che i ricercatori hanno scoperto è che BRCA1 o BRCA2 hanno il compito di promuovere la formazione di una guaina formata da tante molecole di una proteina chiamata RAD51 – il cui ruolo protettivo era noto dal 2010 grazie a un precedente studio condotto dallo stesso Costanzo – che va a ricoprire la doppia elica di DNA, proteggendola da eventuali attacchi enzimatici, come quelli appunto di Mre11.