È un fenomeno a cui stiamo assistendo nelle grandi città – Milano su tutte – e nei centri sempre più orientati al lusso come Cortina e dintorni: case troppo costose tanto che chi proviene da quelle aree e i giovani che hanno bisogno di recarvisi per lavorare devono abitare altrove e vivere da pendolari. Conviene affittare ai ricchi, magari stranieri, fosse anche per qualche settimana l’anno.
Autore: Cristina Da Rold
La diffusione senza precedenti dell’influenza aviaria in Europa
Il virus H5N1 ha fatto un salto di specie verso i visoni. Allo stato attuale il rischio per l’essere umano dovrebbe rimanere basso, ma la sua crescente diffusione negli allevamenti avicoli in Europa rappresenta comunque un problema.
Il racconto del primo trapianto di polmone da vivente effettuato in Italia
Michele Colledan è un medico chirurgo dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo che dirige il Dipartimento di insufficienza d’organo e trapianto. Riusciamo a ottenere un po’ del suo tempo un giovedì di gennaio, fra un intervento e l’altro. Non è semplice, perché Colledan è un chirurgo che si occupa prevalentemente di trapianti; è colui che a metà gennaio 2023 ha coordinato il gruppo che ha permesso il primo trapianto di polmone da vivente in Italia.
La scienza oggi è meno rivoluzionaria? Sì e forse va bene così
La nota rivista scientifica Nature ha aperto il 2023 con un articolo provocatorio, dove gli autori, avanzano l’ipotesi che la scienza degli ultimi anni sia meno “rivoluzionaria” rispetto a quella dei decenni precedenti. Il termine inglese che si usa qui, e in genere anche in Italia oramai è distuptive, un’espressione presa a prestito dall’economia. Nel business, un’innovazione “disruptive” è quella che riesce a creare un nuovo mercato o è talmente potente da riuscire in poco tempo, iniziando dal basso, a stravolgere un mercato esistente. In ambito scientifico si intende con questa espressione un’innovazione – intesa come un insieme di pubblicazioni scientifiche in un certo campo – che imprimono al proprio campo una forza tale da incidere sulla direzione della ricerca. Secondo la capacità di “disruption” della scienza è crollata negli ultimi anni.
Non si tratta di una boutade, di una provocazione da inizio anno. Il tema è interessante e sta suscitando un certo dibattito all’interno della comunità scientifica.
Spoileriamo subito: in realtà quello che è emerso è che sebbene la percentuale di ricerche dirompenti sia diminuita in modo significativo tra il 1945 e il 2010, il numero di studi altamente dirompenti è rimasto pressoché invariato. Insomma: non abbiamo meno rivoluzione scientifica, ma semmai più scienza che consolida, accanto a quella “distuptive”. Si fa più scienza, rispetto a quarant’anni fa, si pubblica infinitamente di più. Oltre al fatto che negli anni Quaranta e Cinquanta veniva considerato “rivoluzionario” qualcosa che forse oggi giudicheremo un “passo in avanti significativo”. È interessante per esempio che gli autori abbiano analizzato i verbi più comuni usati nei paper scientifici. Mentre la ricerca negli anni Cinquanta/Settanta usava più spesso parole che evocavano la creazione o la scoperta come “produrre” o “determinare”, quella condotta negli anni 2010 era più probabile che si riferisse a progresso incrementale, usando termini come “migliorare”.