Essersi trovati impreparati a gestire lo scoppio improvviso della pandemia ha fatto sì che i sistemi sanitari abbiano scelto di sospendere l’offerta dei programmi di screening oncologici organizzati. Oggi cominciamo ad avere i dati nazionali sulle conseguenze di questa scelta. Dopo un continuo trend in salita degli ultimi anni, la quota di donne che si è sottoposta nel 2020 allo screening cervicale nell’ambito dei programmi organizzati è passata dal 52% del 2019 al 46%; la copertura dello screening mammografico organizzato è passata dal 57% al 50%, e di quello colorettale, dal 42% al 36%. Lo screening mammografico è raccomandato ogni due anni alle donne di 50-69 anni, quello cervicale – Pap test o HPV test – è raccomandato rispettivamente ogni tre/cinque anni alle donne di 25-64 anni e lo screening colorettale è raccomandato ogni due anni a uomini e donne di 50-69 anni (attraverso la ricerca del Sangue Occulto nelle feci come test di primo livello e colonscopia come test di secondo livello nei casi positivi).
Ne parla un recente rapporto di un gruppo di lavoro dell’Osservatorio Nazionale Screening dal titolo Rapporto sui ritardi accumulati dai programmi di screening Italiani in seguito alla pandemia da Covid 19, con i dati al 31 Maggio 2021.