#2 – BISMILLAH!

Is this the real life? Is this just fantasy? Caught in a landslide. / No escape from reality/ Open your eyes / Look up to the skies and see / I’m just a poor boy, I need no sympathy.

Questa è stata una settimana particolarmente difficile sul fronte COVID. Tendenzialmente misuro il mio livello di disagio in termini di quantità di Queen per unità di tempo, e questi giorni li ho passati con Bohemian Rapsody a loop. Ah quel concerto del 1985…

Bon. Ultimamente non ho scritto di COVID, perché non c’era molto da dire. Con Luca l’altro giorno dicevamo che non stiamo facendo l’articolo giusto, che il nocciolo continua a sfuggirci come un’anguilla. Più ci penso e più invece mi persuado che le cose essenziali forse le abbiamo dette, ma si sono perse. Il problema è che non ci accontentiamo delle cose già scritte, speriamo di avere altro da dire. Nei giorni scorsi abbiamo fatto sintesi qui con le 5 cose da tenere a mente per valutare il rischio reale di oggi. A me pare sia tutto relativamente semplice: oggi rispetto a marzo-aprile sappiamo che su 200 contagiati (fra sintomatici e non), 12 finiscono in ospedale, di cui 1 in terapia intensiva. Siccome le risorse ospedaliere non sono infinite e sappiamo quante sono, finché i contagi sono 200 ok. Se diventano 200.000 gli ospedalizzati diventano 12.000 e le terapie intensive 1.000. Quindi OCIO che ancora siamo in tempo per evitare di trovarci a nuotare nel letame nuovamente, ma la situa sta tornando a diventare scivolosa.Direi che può bastarci per fare una valutazione su come agire, no?Per cortesia: anche basta con questa retorica del “clinicamente morto” o “clinicamente risvegliato”. Tutti usano queste espressioni, ma nessuno che sappia dire davvero cosa significano. Per forza: non mi pare abbiano alcun significato epidemiologico, sono modi di dire che suonano bene e quindi piacciono.

Buon senso. Non sanificare Leonardo. Biblioteca di Longarone.

Al tempo stesso, per la prima volta da quando viene emanato un DPCM mi sono infastidita. Mascherine obbligatorie all’aperto (che io portavo già sempre con me, peraltro) ma libertà di andare al ristorante o di fare feste in locali in assenza di accertamento rispetto all’areazione della stanza. Non credo dobbiamo biasimare chi si sente preso in giro. Io no, sinceramente: valuto queste scelte ma cerco di non lasciarmi guidare dall’ “indignazione” non mettendo la mascherina come atto di protesta (o assecondando la stanchezza). Tuttavia penso dobbiamo seriamente cominciare a separare i veri negazionisti del COVID su cui non mi soffermo perché è superfluo, con chi interpreta il nonsense legislativo come una presa in giro e risponde “io non ci sto”. Ribadisco che comprendo, ma non condivido, perché il rischio si accumula: se in un luogo rischio 8 perché non sono protetto, e in un altro rischierei 3, se non mi proteggo in nessuno dei due, rischio 11, non 8 “perché tanto ormai”. Io continuerò come nei mesi scorsi a essere inflessibile con me stessa, anche se talvolta mi viene da piangere, davvero. Mascherina sempre, declinare inviti in luoghi chiusi piccoli dove devo togliermi la mascherina, amuchina in borsa.Ho visto in giro per esempio questa piattaforma http://covid19eventi.datainterfaces.org (ahimè), che “stima” il rischio di incontrare persone positive a un grande evento, per provincia. Un esempio di come non basta fare matematica per aiutare i processi decisionali. In termini di sanità pubblica, la logica di proteggersi o di andarci non è probabilistica, non deve dipendere dalla probabilità di incontrare un positivo o due o tre. Ci si deve proteggere e basta, a prescindere. Anche perché in ogni caso la stima è fatta su dati vecchi in partenza.

Qualche eventucolo. Il 6 ottobre con Infodata abbiamo raccontato in UE che cosa facciamo. Il video è qui. Adoro vedere l’apparenza dell’eleganza dell’outfit, mentre sotto scorre lo Stige della dura Verità.. (in foto. E sempre sia benedetta Daniela De Mori ANNA E WALTER😂).

Un altro evento in cui non c’entro niente ma è super, è quello di Slow News dove si parla di Linguistica dell’inclusione, con Vera Gheno, live ieri e oggi qui. Un esempio del perché ha senso ragionarci. Una delle cose che mi capita più spesso di sentirmi dire è questa: “Complimenti, a vederla così mingherlina, giovane, sbarazzina, non le davo due soldi”. Davvero eh. Ora, non mi offendo, ma fatico a trattenere il vaffanculo, specie se sono in una delle settimane DisagioCoiQueen. Un po’ come quando esagerate con i complimenti fisici “brava e carina”. Ci mette a disagio, non ci fa piacere. Ci fa piacere come gioco solo se siamo interessate sessualmente a voi (e io lo mostro, di solito, sono piuttosto schietta), altrimenti no.

Cambiamo argomento e parliamo di letture belle. Sta uscendo il nuovo libro di Alessandro Barbero 💛 “Dante”. Qui su Radio Radicale l’intervista a Barbero.Quanto amo quest’uomo… quanto amo Johannes Bückler. Qui il suo ultimo thread musicale, ma non ancitiicpo, come non lo fa lui, chi è la protagonista.

“Non potevo mancare. Come al funerale di tuo marito. Sapevi che solo le formiche e gli uomini seppelliscono i loro morti? Non ho nemmeno ascoltato le parole di conforto. In fondo non era solo il tuo funerale.Era anche il mio. Ricordando la prima volta che ti avevo incontrata”.

E con questa poesia, sani e grazie!

C.

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