Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2017 i pensionati sono in calo rispetto al 2016: un totale di circa 16 milioni di persone di cui 7,6 milioni uomini e 8,4 milioni donne, includendo sia le pensioni da lavoro che quelle assistenziali. Questo perché i nuovi pensionati sono meno numerosi dei pensionati cessati, quelli cioè che nello stesso periodo hanno smesso di percepire trattamenti pensionistici.
Il gap di genere risulta forte e svantaggioso per tutti, con buona pace di chi ancora sostiene che il modello tradizionale di famiglia dove l’uomo lavora e la donna si occupa della famiglia sia il solido pilastro economico del nostro paese. La donna che non era autonoma ieri, non lo è neanche oggi, ed è un costo per tutti e per tutte. Le pensionate che ricevono integrazioni al minimo sono 2,5 milioni, l’82,1% del totale dei destinatari di tali integrazioni. l’INPS riconosce infatti a chi ha una pensione al di sotto del cosiddetto minimo vitale, pari a 507,42 euro mensili, un integrazione di tale pensione fino a quest’importo. Dal 2019, in previsione del reddito di cittadinanza, l’ammontare minimo è pari a 780 euro al mese.