Acalasia esofagea: la storia di Celeste

Inizialmente Celeste non ha fatto caso a quei dolori al petto. “Sarà lo stress”, “prendi troppo a cuore questo compito in classe”, “smetti di abbuffarti così”. Dall’esterno è difficile capire la peculiarità di quei dolori lancinanti, che partono dal torace ma arrivano a tirarti la nuca, le orecchie, a bloccarti i denti, il respiro.

Ci sono voluti vent’anni per capire che quelle fitte, unite alla difficoltà di deglutire e poi via via a sintomi sempre più strani, non erano stress. Si trattava invece di acalasia esofagea. “Ho iniziato davvero a spaventarmi quando una notte mi sono svegliata e mi sono accorta di avere pezzi di cibo masticato nel naso. Ho sentito il naso otturato, ma non mi sono preoccupata finché soffiando mi sono trovata nel fazzoletto pezzi del cibo che avevo mangiato il giorno prima”. A parlare è Celeste Napolitano, 34 anni, napoletana di professione editor, che da 14 anni non solo convive con la malattia, ma con la sua energia partenopea ha portato l’acalasia, per così dire, alla ribalta.

È grazie a Celeste se esiste Amae Onlus, la prima Associazione di Pazienti italiana.

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