Secondo quanto riporta l’ultimo rapporto Air Quality in Europe 2018dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, la nostra Pianura Padana è la zona con la più alta concentrazione di Ozono troposferico (O3) d’Europa. L’unica area del continente dove nel 2016 si sono toccati vertici di più di 140 μg/m3 di concentrazioni massime di Ozono su una media giornaliera di 8 ore, quando la soglia di sicurezza dell’OMS è di 100 μg/m3.
Siamo il paese europeo in cui l’Ozono ha mietuto più vittime. Le stime parlano di 3.200 morti premature nel 2016 in Italia dovute a questo inquinante, un quinto delle morti di tutta Europa. Certo, siamo lontani dall’impatto di PM10 e PM2,5 in termini di mortalità: rispettivamente 60 mila e 20 mila decessi solo in Italia nel 2016. Sono 53 invece gli anni di vita persi a causa di questo inquinante in Italia su 10 mila abitanti, contro i 900 persi per esposizione a PM10 e i 300 a PM2,5.
Non è un caso che la Pianura Padana sia la maglia nera d’Europa: l’Ozono troposferico è detto “inquinante estivo” perché viene prodotto soprattutto durante i mesi più caldi, quando la radiazione solare è molto elevata. Il calore produce reazioni chimiche nella bassa troposfera, che in condizioni critiche possono portare allo “smog fotochimico”. L’O3 è quindi un inquinante secondario, dovuto a fattori antropici, perché prodotto dalla reazione dell’ossigeno con il biossido di azoto (NO2) e con il contributo dei composti organici volatili (COV).
Il 2016 è stato definito dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale come l’anno più caldo mai registrato a livello mondiale, e in Europa è stato il terzo anno più caldo dopo il 2014 e il 2015.