Ripartire dalla scuola: lo dicono tutti gli analisti politici che si rispettano. Eppure i nuovi “Sciuscià”, i ragazzini italiani che non si sentono in diritto di appartenere al mondo dell’istruzione sono ancora tanti, troppi. I dati Eurostat mostrano che l’Italia è oggi quarta fra i paesi europei per quota di giovani che lasciano prematuramente gli studi. Nonostante siamo migliorati negli ultimi anni, la distanza con paesi come la Germania, la Gran Bretagna e la Francia è ancora elevata: il 14% dei 18-24 enni italiani non porta a termine un percorso di studi anche professionale dopo la scuola media. Questo gruppo rappresentava il 20% dieci anni fa, ma nei paesi sopra nominati oggi non si va oltre il 10%.
Nei giorni scorsi Istat ha pubblicato la Banca dati degli indicatori territoriali per le politiche di sviluppo , che ci permette di dettagliare questa situazione a livello regionale e di correlare questi dati con i numeri dei minori che vivono in condizioni di povertà ed esclusione sociale.
Sì perché la correlazione c’è, eccome.