Di questi tempi vivo la sensazione urgente di diffondere il più possibile notizie, fonti, storie che possano se non altro tentare di scalfire la narrazione propagandistica e quindi mendace che viene propugnata sul tema delle migrazioni, in particolare nelle “sveltine dell’informazione”, quei gesti ormai automatici di apertura e scroll dei social network, mordi e fuggi prima di fare la doccia.
Penso che una via per intercettare l’attenzione sia mostrare esempi che evidenzino che sì, è possibile operare in maniera differente, al di là delle parole. L’accoglienza può farsi carne. È quello che accade a Riace, in Calabria, da tempo un modello di accoglienza fruttuoso, dove non solo non si chiudono i porti, ma si aprono case e botteghe. Qui italiani e stranieri migranti vivono insieme, lavorano e creano una comunità, mantenendo ognuno la propria cultura ma al tempo stesso contaminandosi.