APPROFONDIMENTO – In questi giorni un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità mette in luce dei dati inquietanti circa la consapevolezza di che cos’è il gioco d’azzardo fra la popolazione. Su un campione di oltre 3000 italiani con più di 15 anni, la metà non ritiene che i giochi di carte a soldi, i gratta e vinci, Win For Life, il totocalcio, il lotto e il superenalotto siano giochi d’azzardo. 3 su 10 ritengono che non siano gioco d’azzardo le scommesse sportive a soldi, e 2 su 10 le corse dei cavalli o il casinò. Il 15% non annovera nei gioco d’azzardo nemmeno le slot machine presenti nei bar.
Siamo davanti a un problema importante, che fa emergere la necessità di migliorare il livello di informazione della popolazione generale sul fenomeno del gioco d’azzardo. Non è un caso se solo una piccola fetta – meno di una persona su 5 – è in grado di selezionare la corretta definizione di gioco d’azzardo su quattro proposte: “gioco in cui la puntata non può essere ritirata e la vincita o la perdita di denaro o altri valori non dipendono dall’abilità del giocatore ma sono prevalentemente casuali”. Un ulteriore 40% si avvicina alla risposta corretta, affermando che si tratta di un “gioco in cui la vincita o la perdita di denaro o altri valori non dipendono dall’abilità del giocatore ma sono prevalentemente casuali”. La differenza rispetto alla risposta precedente riguarda quindi la possibilità o meno di ritirare la puntata. Il 7,8% ritiene invece che si tratti di un “gioco in cui si può vincere o perdere denaro o altri valori grazie all’ abilità del giocatore”, mentre un intervistato su tre sceglie una definizione generica: “gioco in cui si può vincere o perdere denaro o altri valori”.