SALUTE – Si stima che l’1.5% degli italiani al di sopra dei 55 anni di età sia affetto da glaucoma, ma la metà non lo sa. Il glaucoma è una malattia oculare correlata generalmente a un’elevata pressione dell’occhio e che tende a colpire dopo i 40/45 anni di età. Spesso è asintomatica il che complica la diagnosi, ma se trascurata può portare alla cecità. È la seconda causa di cecità a livello mondiale dopo la cataratta, ma è la prima causa di cecità irreversibile.
La buona notizia è che si può evitare che un glaucoma iniziale diventi si aggravi sottoponendosi dopo i 40 anni a una visita oculistica completa, che consente di rallentarne la progressione. Oggi la cura del glaucoma si basa sulla riduzione della pressione oculare usando dei colliri e, in casi indicati, ricorrendo al laser. Si corregge quindi la pressione elevata, ovvero il fattore di rischio, ma non si cura la malattia.
Da qualche tempo però i ricercatori esplorano altre strade e la principale studia il possibile ruolo del coenzima Q10 nella cura del glaucoma. Il coenzima Q10 è una molecola ad attività bioenergetica e antiossidante e l’efficacia di questa molecola è al centro di uno studio che ha preso il via all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Durerà tre anni, coinvolgendo circa 600 pazienti e 17 centri per il trattamento del glaucoma in tutta Italia.
“I pazienti hanno iniziato a essere arruolati e prevediamo di concludere questa fase entro fine anno” spiega a OggiScienza Luciano Quaranta, direttore del Centro per lo Studio del Glaucoma all’Università degli Studi di Brescia e primo autore dello studio.
Il ruolo del coenzima Q10 nella cura del glaucoma
Da qualche tempo la ricerca ha iniziato a orientarsi verso lo studio della funzionalità dei mitocondri, gli organelli che si trovano all’interno di tutte le cellule e fungono da “centrali energetiche”. Nelle cellule ganglionari retiniche, infatti, i mitocondri sono più numerosi rispetto a qualsiasi neurone del sistema nervoso centrale.