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Si fa un gran parlare oggi di città sane, di verde urbano e dei benefici che la sua presenza può portare alla salute della popolazione.
Un tema discusso anche durante la recente sesta Conferenza Ministeriale su Ambiente e Salute, che si è tenuta a metà giugno a Ostrava, in Repubblica Ceca, che fa seguito alla Conferenza di Parma del 2010 e che ha riconfermato con la Dichiarazione di Ostrava l’impegno da parte dei ministri di ambiente e salute dei Paesi europei di lavorare insieme per migliorare la sostenibilità delle nostre comunità da tutti i punti di vista. Compreso l’accesso agli spazi verdi delle città.
Città più verdi però non significa automaticamente sostenibilità dell’intero sistema.
Non basta piantare alberi o portare piante sui nostri tetti per aiutare l’ambiente: dipende che piante scegliamo, sia da un punto di vista tecnico – dal momento che non tutte le piante hanno la medesima capacità di assorbire per esempio gli agenti inquinanti, o di drenare le acque piovane – ma anche in un’ottica che comprenda il rispetto delle piante stesse e un’attenzione al costo complessivo del mantenimento delle specie verdi. Una prospettiva dunque più ampia di sostenibilità e di conservazione. «Per secoli scienziati, poeti e filosofi hanno compreso l’importanza della diversità per
mantenere ecosistemi sani e stabili. Un habitat diversificato produce equilibrio, consentendo alla biosfera di essere adattabile al cambiamento, nonchè bellezza, favorendo l’estrinsecarsi delle migliori qualità dell’uomo. Il verde urbano offre grandi occasioni di riconciliazione tra uomo e natura.