Reblogged from Rivista Micron
Nella scorsa puntata abbiamo visto come se la cavava l’università italiana quanto a numero di iscritti, corsi di studio e personale docente, secondo l’ultimo report ANVUR, pubblicato proprio in questi giorni.
L’università però è sì didattica, ma anche ricerca. Il primo dato che emerge è una sostanziale stabilità della spesa in ricerca e sviluppo nel nostro Paese. La quota di Pil che investiamo in R&S è il 1,31%, ancora lontana dalla media dei Paesi europei (1,92 per UE 28) e dei Paesi OCSE (2,35%). Insomma, se utilizziamo questo come parametro, siamo meglio solo di Russia, Turchia, Polonia e Grecia. Inoltre, anche se consideriamo i finanziamenti del MIUR sia come ricerca corrente che finalizzata, i dati riportati da ANVUR sono poco confortanti. Stabile invece il personale dipendente di enti pubblici ma fortemente in calo il numero di posti di dottorato: un quarto in meno nell’ultimo anno, complice anche l’introduzione del regolamento che prevede l’obbligo che il 75% dei posti di dottorato sia con borsa di studio.