Sono 7.476 le persone a bordo di imbarcazioni oggetto di crisi in mare da giugno 2018 a oggi, che dopo giorni di stallo, sono entrate in Europa. 5125 sono state ricollocate in Italia. Li ha contati Matteo Villa, ricercatore presso l’Ispi, in un documento disponibile qui. Nel complesso, dal 1° gennaio 2018 al 3 luglio 2020 sono sbarcate in Italia 26.793 persone, 7.314 quest’anno. Come se in tre anni avessimo popolato un piccolo borgo di provincia. Il tema è capire se questi numeri sono un problema sociale oppure solo politico.
Il 5 luglio si sono tenuti a Roma, in piazza San Giovanni, gli Stati Popolari, un momento di incontro pubblico portato avanti da Aboubakar Soumahoro sindacalista dell’USB (Unione Sindacale di Base). Obiettivo: dare voce agli invisibili che vivono in Italia, italiani e stranieri, ai lavoratori i cui rappresentanti non sono stati invitati al gran tavolo degli Stati Generali. Fra le proposte del loro “manifesto” ce ne è una in particolare, che recita: “Riforma delle politiche migratorie, in rottura con la cultura della razzializzazione, perché i processi migratori sono processi sociali. Quindi la competenza è del ministero delle Politiche Sociali e nQuanto è fragile il nostro sistema sociale
È un aspetto tutt’altro che banale nella riconsiderazione della fragilità sociale del sistema paese, che intende ripartire dall’idea che la fragilità sociale, seppur nelle sue segmentazioni (per sesso, etnia, età, status socio-economico) è comunque un fenomeno trasversale, e che equità sociale significa dare a tutti le medesime opportunità di partenza, che può significare investire (non spendere) più risorse verso chi è più indietro.