Mettiamoci nei panni di un cittadino che si siede la sera sul divano per cercare di aggiornarsi sulle ultime novità riguardo al prossimo futuro di convivenza con il COVID19. Il caos informativo ora come ora è inevitabile, sia per un aspetto quantitativo che qualitativo.
Questo caos informativo lo crea la politica, ma lo creiamo soprattutto noi giornalisti quando scegliamo chi intervistare e che domande porre.Non stiamo parlando di malafede, ci mancherebbe, ma di scarsa esperienza nel fare informazione sul rischio e durante un’emergenza. Ci sono corsi di formazione sulla comunicazione in queste circostanze; ci sono linee guida internazionali (per esempio quelle OMS del 2018), progetti di ricerca di alto profilo (per esempio conoscete ASSET ?), tanta letteratura. Manca però la fase “traslazionale”, che porta tutta questa conoscenza nei percorsi di formazione e nei corsi di aggiornamento di chi poi si trova davvero a fare informazione in trincea “ai tempi del coronavirus”.