Qual è la disponibilità e l’integrazione dei dati sulla salute dei rifugiati e dei migranti nei sistemi informativi sanitari in Europa? A questa domanda ha cercato di rispondere il rapporto 66 della serie Health Evidence Network (HEN) dell’OMS, pubblicato a ottobre 2019.
Il documento è una revisione della letteratura peer-reviewed e della letteratura grigia pubblicata in inglese, tedesco e russo tra il 2000 e il 2018, per un totale di 696 studi esaminati, teorici ed empirici e ciò che è emerso è che solo 25 paesi su 53 posseggono dati sulla salute di queste popolazioni, con forti differenze nella disponibilità, nel tipo di dati e nelle principali fonti. A eccezione dei Paesi con registri di popolazione, l’integrazione dei dati era spesso limitata, e le indagini di monitoraggio della salute e gli approcci di record-linkage erano sottoutilizzati.
Gli studi italiani sono molti, ma possiamo dire che l’Italia è fra i paesi che più raccoglie dati in questo senso in Ue? “No, perché i grafici riportano il numero di articoli identificati con la letteratura, che non significa che l’Italia è uno dei paesi che raccoglie più dati” spiega a Infodata Silvia Declich, del Centro Nazionale per la Salute Globale dell’ISS e reviewer del documento HEN.