Dal giugno 2018, la transessualità non è più classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come malattia mentale. L’incongruenza di genere è stata rimossa dalla categoria dei disordini mentali dell’International Classification of Diseases per essere inserita in un nuovo capitolo delle “condizioni di salute sessuale”. Un cambiamento epocale, che va nella direzione di abbattere sempre più i tabù e dunque lo stigma nei confronti delle persone transgender.
Ma quanto sappiamo oggi dello stato di salute di chi decide di avvicinarsi alla propria autentica sessualità chirurgicamente oppure assumendo farmaci e ormoni? Ancora molto poco. Sono pochi i dati scientifici sugli effetti a lungo termine dei trattamenti sulla salute, come la suscettibilità al cancro o su come cambiano il cervello e il corpo in generale.