SALUTE – Negli ultimi tempi si è ricominciato a parlare di tubercolosi (TBC) a livello di media, ma non nel modo corretto. Il tema TBC è legato pressoché unicamente al tema degli sbarchi e ai migranti, tacciati di essere untori e rei di reintrodurre la malattia in un paese come l’Italia dove questa non era più considerata un pericolo da diverso tempo.
Ci sono diversi errori in questo scenario, a partire dal fatto che la tubercolosi, sebbene non rappresenti più un problema per la salute pubblica come era cinquant’anni fa, in realtà non se ne è mai andata. Il numero dei casi è stabile a 4.000 nuovi casi per anno da circa 10 anni, che equivale a circa 10 nuovi casi al giorno in tutta Italia. Più della metà dei casi sono in persone nate all’estero, ma non necessariamente migranti irregolari.
L’altra metà sono tra i nati in Italia e un buon numero sono anziani, persone nate cioè prima degli anni quaranta, che nonostante non abbiano mai manifestato segni evidenti di malattia, potrebbero essere state infettate, risultare portatrici della malattia latente e riattivare l’infezione in età avanzata.