La nuova questione meridionale dell’Italia del no profit

Secondo quanto riportato in un censimento di Istat  pubblicato in questi giorni, nel Meridione il no profit è un settore oggi molto meno presente rispetto al nord, sia come numero di enti fra associazioni, cooperative sociali e fondazioni, che di dipendenti. Si contano poco più di 91 mila istituzioni fra sud e isole per un totale di 164 mila dipendenti, contro i 175 mila enti al nord, che danno lavoro a 465 mila dipendenti. Se consideriamo il numero di istituzioni non profit ogni 10 mila abitanti vediamo che al centro-nord tale tale rapporto assume valori prossimi se non superiori a 60 (a Nord-est si tocca addirittura quota 68,2 per 10 mila abitanti), mentre nelle isole e al sud è pari rispettivamente a 48,1 e 42,2 per 10 mila persone. I valori più bassi si riscontrano in Campania e in Calabria con rispettivamente 55 e 56 dipendenti che lavorano nel no profit per 10 mila abitanti, mentre a Trento se ne contano 238, in Alto Adige 199 e in Lombardia 180.

Nelle regioni meridionali tuttavia in proporzione si contano più cooperative sociali rispetto al nord, dove invece prevalgono le associazioni e le fondazioni. Inoltre, sempre al sud si nota una netta predominanza di no profit dedicate allo sviluppo economico alla coesione sociale e all’assistenza sindacale, mentre è notevole il divario circa la presenza di associazioni culturali ricreative e filantropiche, come anche di enti che operano nell’ambito della cooperazione internazionale.

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