Chi sono le 29enni italiane? Studiano di più, niente social ma lavorano meno

Studiano di più dei coetanei maschi, ma meno della metà lavora, hanno meno dell’età media al primo figlio, che è 31 anni, e non sono così connesse come le colleghe europee: questo il profilo delle donne italiane di 29 anni, secondo quanto emerge dai dati messi insieme da Eurostat. I dati sono stati pubblicati in questi giorni attraverso un divertente tool interattivo che permette di interrogare il database Eurostat su diverse questioni (famiglia, lavoro, studio, tempo libero, internet) a seconda dell’età dei giovani dai 20 ai 29 anni, anno per anno.

Il primo punto da sottolineare è che lavorativamente, le 29 enni italiane hanno un titolo di studio più elevato rispetto ai coetanei uomini (il 32,9% di loro è laureato contro il 21% dei maschi), ma le 29 enni che lavorano sono molto meno rispetto ai maschi della stessa età. Siamo comunque meno laureate rispetto alla media europea, dove ha conseguito un titolo di studio universitario il 43,5% delle 29 enni. Il paese con la percentuale più bassa di 29 enni laureate l’Europa è la Romania, con il 28,7% delle 29 enni laureate. Possiamo dire che in generale le 29 enni italiane hanno studiato più dei coetanei maschi, anche prima della laurea: il 19% di loro ha solamente un titolo studio educazione primaria (cioè la terza media), contro il 24,5% dei maschi della stessa età, anche se la media europea è più bassa: il 13,9% .

Eppure, solo il 47% di loro lavora, il tasso più basso d’Europa, mentre fra gli uomini la percentuale è del 60%. E fra le ragazze che hanno un lavoro, il 58% ha un contratto temporaneo, come il 66% dei coetanei maschi. Le 29 enni italiane lavorano di meno rispetto alle colleghe straniere (la media europea è del 69,2%) ma nel nostro paese fra le impiegate la percentuale di contratti di lavoro temporaneo è più bassa della media europea. Facendo due conti risulta che il 19,7%, cioè una 29 enne su 5 lavora e ha un contratto di lavoro non a termine. Un altro 27,2% lavora ma con contratto precario. Il restante 53% delle 29 enni italiane non lavora.

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