SALUTE – Le condizioni economiche e sociali impattano anche su un evento come l’ictus e sulle sue conseguenze. Secondo quanto emerge da uno studio pubblicato a marzo su The Lancet, il gradiente socioeconomico gioca un ruolo anche nel rischio di ictus ischemico e di emorragia intracerebrale. Chi appartiene a gruppi socioeconomici meno abbienti ha in media un ictus 7 anni prima rispetto a chi proviene da contesti socioeconomici più elevati, e nonostante questi pazienti siano più giovani, mostrano una maggiore prevalenza di invaliditàpre-ictus e una prevalenza più elevata del diabete rispetto alla media.
Anche quanto a tasso di mortalità a un anno dall’ictus il gradiente era evidente: fra i pazienti delle aree più svantaggiate il rischio di decesso era del 26% più elevato nel primo anno dopo l’ictus rispetto ai soggetti provenienti da aree più benestanti.
Riguardo alle condizioni pre-evento, questo studio fornisce inoltre solide evidenze sul fatto che il diabete potrebbe essere un associato a un rischio di ictus più elevato in popolazioni con basso status socioeconomico. I ricercatori hanno individuato infatti un forte gradiente nel rischio di ictus ischemico in pazienti diabetici e in misura minore in persone con ipertensione e fibrillazione atriale. Sembra inoltre che i fattori di rischio vascolare pre-ictus potrebbero spiegare le disparità apparenti nella sopravvivenza fino al primo anno dopo l’evento.
Il campione esaminato comprendeva pazienti inglesi di età pari o superiore a 18 anni ricoverati in ospedale per un primo ictus ischemico acuto o per una prima emorragia intracerebrale fra il 1 ° luglio 2013 e il 31 marzo 2016. Un totale di 145.324 persone ricoverate, di cui 126.640 (cioè l’87%) per ictus ischemico, 17.233 (il 12%) per emorragia intracerebrale e 1.451 persone (l’1%) per un tipo di ictus indeterminato.
Un minor benessere socioeconomico è risultato associato a una maggiore incidenza per l’età e per sesso sia del primo ictus ischemico che della prima emorragia intracerebrale. Rispetto a chi proveniva da aree più economicamente benestanti, le persone che vivevano nelle aree più svantaggiate avevano il doppio del tasso di incidenza di emorragia intracerebrale. Lo stesso è stato osservato nella proporzione di pazienti con preesistenti condizioni croniche cardiovascolari prima del primo ictus.