Come è cambiato l’uso dell’Ai all’università in soli 12 mesi. I dati 

Secondo la Student Generative AI Survey 2025, pubblicata a febbraio 2025 dal  Higher Education Policy Institute (HEPI) e da Kortext, la quota di studenti universitari che utilizza strumenti come ChatGPT per la redazione o il supporto alle valutazioni è cresciuta incredibilmente. Nel complesso, il 92% degli intervistati ha utilizzato almeno uno strumento di intelligenza artificiale, contro il 66% dell’anno precedente. La generazione di testo resta la funzione più popolare, seguita dalla revisione linguistica — ad esempio tramite Grammarly — e dall’accesso a risorse accademiche come i manuali digitali. Gli studenti usano l’IA soprattutto per spiegare concetti, riassumere articoli e generare idee di ricerca, mentre la percentuale di chi dichiara di non averla mai impiegata in questi contesti è crollata dal 47% al 12%.

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Cluely: l’intelligenza artificiale invisibile che pensa per te (e ti fa barare ai colloqui) 

È proprio questo lo slogan che si legge a lettere cubitali sul sito di Cluely: un’IA che pensa per te. Non con te, per te.
Un’app desktop invisibile che ti fornisce le risposte che non hai studiato in ogni riunione, in una conversazione, a un colloquio di lavoro.

Cluely segna un punto di svolta nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale applicata alla produttività, perché non è un semplice strumento organizzativo ma un assistente che si insinua silenziosamente nelle riunioni osserva lo schermo ascolta le conversazioni e suggerisce in tempo reale come migliorare la propria performance senza che nessun altro se ne accorga promette di renderti più lucido più efficace più pronto senza dover passare ore a prepararti. È proprio questo che la rende interessante ma anche controversa.

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A un bambino su 4 viene dato lo smartphone prima dei 5 mesi 

La televisione di sottofondo, il tablet che distrae, lo smartphone usato come calmante: sempre più spesso già i più piccoli si trovano immersi in un ambiente digitale. Nel 2025 l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato un report interessante che riguarda i bambini fino ai 2 anni, ossia i famosi 1000 giorni di cui tanto si parla come periodo importante per lo sviluppo della persona. Questi primi 1000 giorni, dal concepimento ai due anni, sono una finestra critica per lo sviluppo cognitivo, emotivo e fisico.

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Scopri quanti cartoni animati violenti hai visto nella tua infanzia (e pensa che ai tuoi figli va peggio) 

I bambini degli anni Ottanta e Novanta – quelli che oggi sono genitori, insegnanti o comunque cittadini adulti – sono cresciuti immersi in un flusso di televisione sorprendentemente violenta.

Un’indagine realizzata nel 1992 dal Center for Media and Public Affairs negli Stati Uniti rivelava che i programmi per bambini contenevano in media 25 atti di violenza all’ora. In cima alla classifica si trovava Dark Water, con 109 atti in sessanta minuti, seguito da Cookie’s Cartoon Club con 100 e Tom and Jerry Kids con 88. Anche Dragon Warrior, Looney Tunes e G.I. Joe registravano valori elevati, rispettivamente 85, 80 e 78, mentre Bugs Bunny and Pals arrivava a 68 e Toxic Crusaders a 63. Per i ricercatori, questi erano programmi da considerare “molto violenti”. Seguivano quelli definiti semplicemente “violenti”: Il mago di Oz e Ducktales con 29 atti l’ora, Beetlejuice con 28, Braccio di Ferro con 27 e, poco sotto, Fantastic Max, Dinosaucers e Chip N’Dale’s Rescue Rangers con 26.

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