L’intelligenza artificiale al servizio del reclutamento nei trial

Uno studio ha testato due diversi modelli di GPT per la selezione dei pazienti in un trial sui tumori della testa e del collo. I risultati sono buoni ma ci sono ancora dei nodi da sciogliere

La selezione dei pazienti per l’arruolamento negli studi clinici è un passaggio cruciale, ma anche uno dei più onerosi: richiede tempo, personale specializzato e un’analisi dettagliata delle cartelle cliniche. Secondo una ricerca statunitense del 2022, fino al 20% delle sperimentazioni affiliate al National Cancer Institute (NCI) fallisce a causa del basso numero di partecipanti. Questo non solo aumenta i costi e ritarda i risultati, ma compromette anche l’affidabilità dei nuovi trattamenti. Un nuovo studio, pubblicato a luglio sulla rivista accademica Machine Learning, ha mostrato che ChatGPT può accelerare lo screening dei pazienti per le sperimentazioni cliniche.

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Esofago di Barrett, nuove evidenze sui meccanismi all’origine della patologia

L’esofago di Barrett è una condizione patologica che interessa il rivestimento interno dell’esofago e consiste in una modificazione della mucosa, spesso causata dal reflusso cronico di acido gastrico (malattia da reflusso gastroesofageo). Questo cambiamento, che in termini tecnici si definisce metaplasia intestinale, è inizialmente reversibile. Tuttavia, in una piccola percentuale di casi non trattati, può evolvere in una lesione precancerosa (displasia, inizialmente di basso grado e successivamente di alto grado), fino a degenerare, nel tempo, in una forma di tumore maligno: l’adenocarcinoma dell’esofago. Una revisione pubblicata su JAMA ha stimato che tra il 3 e il 5 per cento delle persone con esofago di Barrett riceverà una diagnosi di adenocarcinoma esofageo nel corso della vita.

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HTLV-1: un virus poco conosciuto ma in grado di causare gravi patologie

Un team di ricercatori australiani ha condotto i primi test preclinici su una potenziale terapia preventiva

Un recente studio preclinico sembra aprire la strada a un trattamento in grado di prevenire la trasmissione del virus HTLV-1 e, potenzialmente, curarne l’infezione. Lo Human T-cell Leukemia Virus type 1 (HTLV-1) è un virus poco conosciuto ma potenzialmente letale, che infetta circa 10 milioni di persone nel mondo e che ad oggi non dispone né di cure né di trattamenti preventivi. Per la prima volta, un team di ricercatori australiani, del Walter and Eliza Hall Institute (WEHI) e del Peter Doherty Institute for Infection and Immunity, ha dimostrato in un modello animale che due antiretrovirali già in uso contro l’HIV – tenofovir e dolutegravir – sono in grado di bloccare la trasmissione del virus. La scoperta è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Cell.

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Alzheimer: dalla ricerca nuove prospettive per migliorare la conoscenza della patologia

Due recenti studi puntano sull’analisi delle proteine implicate nel deterioramento cerebrale e sulla creazione di nuovi modelli neuronali

Due diversi studi da poco pubblicati su Science, condotti da due centri di ricerca di primo piano a livello mondiale, segnano importanti passi avanti nella comprensione dell’Alzheimer. Da un lato, i ricercatori della prestigiosa Johns Hopkins University statunitense hanno identificato oltre 200 nuove proteine mal ripiegate associate al declino cognitivo, suggerendo che i noti fattori considerati cause della malattia di Alzheimer, ossia gli aggregati di beta-amiloide e tau, potrebbero in realtà essere solo la punta dell’iceberg. Dall’altro, un team dell’ETH di Zurigo ha prodotto in laboratorio più di 400 tipi diversi di cellule nervose a partire da cellule staminali, un salto tecnologico che apre la strada a modelli cellulari molto più precisi per lo studio di patologie cerebrali complesse.

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