Per Nature il 2025 è stato l’anno del caos (e degli scienziati che usano l’IA per fregare la peer review) 

Per Nature il 2025 è stato l’anno del caos (e degli scienziati che usano l’IA per fregare la peer review)

Da un sondaggio di Frontiers emerge che più della metà dei ricercatori usa strumenti di AI per valutare gli articoli scientifici e quasi uno su quattro afferma di averne aumentato l’uso nell’ultimo anno.

A luglio 2025 sempre il gruppo Nature aveva pubblicato le prove del fatto che alcuni ricercatori stanno inserendo messaggi nascosti nei loro articoli scientifici con l’obiettivo di ingannare strumenti di intelligenza artificiale utilizzati nella peer review e ottenere così valutazioni positive per i propri lavori.

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Quando l’AI intercetta i tumori che sfuggono allo screening

Uno studio britannico, che ha analizzato oltre 130.000 mammografie del programma triennale di screening, ha mostrato come l’intelligenza artificiale basata su deep learning possa aiutare a identificare le donne con un rischio più elevato di sviluppare un carcinoma mammario “di intervallo”, ossia quei tumori diagnosticati tra due mammografie di screening. Applicato retrospettivamente, l’algoritmo è riuscito a riconoscere fino al 42% dei casi concentrandosi sul 20% delle donne con i punteggi di rischio più elevati.

I tumori di intervallo in genere hanno una prognosi peggiore rispetto ai tumori rilevati tramite screening, perché tendono a essere più grandi o più aggressivi. È quindi importante ridurre al minimo queste forme neoplastiche presenti in qualsiasi programma di screening.

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 BrainSTEM è una vera e propria rivoluzione nella conoscenza del cervello umano in via di sviluppo 

A noi di Infodata, che da sempre abbiamo un debole per le mappe, non poteva sfuggire un progetto come BrainSTEM, una vera e propria rivoluzione nella conoscenza del cervello umano in via di sviluppo. Si tratta della mappa più dettagliata e completa mai realizzata delle cellule del cervello fetale, costruita a risoluzione di singola cellula, cioè osservando e analizzando una per una le cellule che compongono il cervello nelle sue prime fasi di formazione.
Il lavoro, pubblicato sulla rivista Science Advances, è frutto di una collaborazione internazionale guidata da un gruppo di ricercatori della Duke-NUS Medical School di Singapore, con la partecipazione di partner tra cui l’Università di Sydney.

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La sfida cinese ad Alphafold: “un primo trial clinico entro due anni” 

Altro che collaborazione scientifica internazionale. Quando si parla di intelligenza artificiale applicata alla ricerca farmacologica, la cooperazione globale lascia sempre più spesso spazio a una corsa serrata fra Stati Uniti e Cina. È una gara che somiglia in tutto e per tutto a una competizione olimpica: superpotenze che si contendono non soltanto il primato tecnologico, ma anche la leadership economica, scientifica e geopolitica.

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